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Giovani. IdO: Con lo sportello scuola in 4 mesi 35.000 contatti

Ed è boom anche online. Adolescenti in pandemia si stanno spegnendo

Trentacinquemila contatti allo sportello scuola da ottobre 2020 a febbraio 2021, 5.000 email al mese per circa 100.000 contatti per quello attivo online. Questi i numeri del supporto fornito dall’Istituto di Ortofonologia (IdO) agli adolescenti nel solo ultimo anno, partendo dalla scuola fino alla dimensione web. Numeri che hanno una parola d’ordine: adolescenza. A fare il punto sul lavoro ormai cinquantennale di IdO, proprio in occasione del congresso con cui si celebrano i suoi 50 anni di impegno con bambini e ragazzi, sono Flavia Ferrazzoli, psicoterapeuta responsabile degli sportelli d’ascolto nelle scuole, e Valentina Bianchi, psicoterapeuta responsabile dei servizi di ascolto online.

LO SPORTELLO SCOLASTICO ‘GIOVANI DOMANI’ – Nelle scuole lo sportello di ascolto il cui progetto prende il nome di ‘Giovani Domani’ “è aperto a tutti- illustra Ferrazzoli- dal personale A.t.a. ai genitori”, passando per i ragazzi, che vengono accolti “individualmente, ma anche a gruppi, per approfondirne le dinamiche relazionali”. Se alle secondarie lo sportello va per la migliore, alla scuola primaria “si predilige invece il lavoro in classe”, aggiunge l’esperta. L’equipe di psicoterapeuti che entrano negli istituti ha a cuore “l’interiorità dei ragazzi. Cerchiamo di sentirla e fargliela sentire” anche attraverso “laboratori teatrali e artistici, perché spesso in adolescenza non sempre si riesce ad esprimere le proprie emozioni, a sentirsi rappresentati”.

‘Giovani Domani’, infatti, non è un progetto di intervento terapico ma di prevenzione. “Laddove ci si rende conto della necessità di un intervento più importante, avviene il rinvio alle strutture pubbliche”. A sconvolgere lo sportello scolastico IdO è stata poi la pandemia. Non tanto in termini di fruizione del servizio, che ha continuato ad agire in digitale, quanto piuttosto sotto il profilo tematico. 

Le istanze degli adolescenti, infatti, sono, a detta di Ferrazzoli, profondamente cambiate dalla fase prepandemica. Se un anno fa al centro delle preoccupazioni dei giovani c’erano “i conflitti con i genitori, le relazioni coi coetanei, gli abusi e le violenze”, con la pandemia si è assistito a “un ampliamento del conflitto genitoriale- aggiunge l’esperta- Sappiamo, difatti, che evolutivamente un adolescente si trova a fare i conti con la rabbia, la ribellione e i vissuti depressivi. In adolescenza i ragazzi buttano giù dall’Olimpo i genitori e spesso lo fanno anche in maniera irruenta”. Al contempo, si è vista scomparire “la relazione tra pari, perché la dimensione sociale è andata via via svanendo”. È “aumentata l’ansia e l’insonnia” ha preso il sopravvento assieme “al senso di abbandono e di solitudine”.

Tra i campanelli d’allarme più complessi, inoltre, la testimonianza dello sportello scolastico sottolinea “il ritiro sociale e l’autolesionismo”. I ragazzi, a detta della psicoterapeuta, “hanno pagato un prezzo davvero grande con decreti che da sempre li hanno un po’ ignorati. È venuta a mancare la relazione umana”, anche sotto il profilo del docente, si è andato a sgretolare “il contatto con il ragazzo che ormai fatica ad accendere lo schermo”. Il quadro dipinto da Ferrazzoli è quello di “una società in crisi, con genitori esausti” e docenti altrettanto “esausti”.

Cosa accade allora agli adolescenti in tutto questo? “Stanno vivendo come monadi isolate, condividono prospettive negative e si stanno pian piano spegnendo”. La sintomatologia varia, ma spesso è quella legata a comportamenti autolesivi: “Onicofagia, tricotillomania, cutting, ideazione suicidaria e rabbia”. Il cutting, puntualizza, “è un atto compulsivo con effetto liberatorio per i ragazzi”, perché “il dolore fisico è più sopportabile di quello psicologico e si tende a controllare l’oggetto esterno per non concentrarsi sulla realtà interna”, ben più sofferente. La ferita, il cutting, “è perciò un rifugio provvisorio da una dimensione incastrata”.

Occorre “empatizzare con loro e cercare di andar oltre l’apprendimento, perché se non c’è serenità e equilibrio i ragazzi sono in forte difficoltà con lo studio”. Ancora, chiosa: “È essenziale insegnare a gestire le emozioni negative, riducendone l’intensità, perché l’incontro con l’ombra, nel momento in cui li priviamo di una pensabilità futuristica, prende il sopravvento”. È necessario allora incentivarli a “sviluppare attività creative, orientarsi a esperienze e nuove attività gradevoli, i contenuti si recuperano- incalza l’esperta- con il ritorno a scuola occorre prediligere gli aspetti umani e psicologici”.

LO SPORTELLO ONLINE – Il servizio online di IdO ha una lunga storia, “nasce nel 2006, ancor prima degli smartphone, del cyberbullismo e ovviamente della pandemia”, continua Valentina Bianchi, responsabile degli sportelli online. Come specialisti, “siamo sempre partiti dal presupposto che non siano i bambini e i ragazzi a dover venire nei nostri luoghi, ma viceversa. In alcuni casi i ragazzi scrivono una volta sola, quindi con quella risposta ci giochiamo tutto, parola per parola”. Lo sportello online ha diverse declinazioni e il primo dei progetti che lo vide attivo dal 2006 e’ stato ‘Chiedilo agli esperti’, “dove un’equipe multidisciplinare di medici, psicologici e ginecologi rispondevano alle domande dei ragazzi”.

Fin dagli esordi, a colpire i professionisti è un dato insidacabile: “Il 70% delle domande che arrivavano riguardavano la sessualità”, a conferma della “sorprendente carenza informativa dei ragazzi sul tema”, che continuamente “cercano risposte”. Nota criticamente Bianchi: “In quasi tutti i paesi dell’Unione europea l’educazione sessuale è una materia scolastica”.

A questo e per questo, è seguita poi la rubrica ‘Se so è meglio’, che approfondisce proprio “i temi della sessualità con contenuti multimediali, immagini e video poiché i ragazzi non si soffermano su un articolo per più di qualche minuto”.  

Alla domanda cosa si chiedono i ragazzi e le ragazze di tutta Italia che si rivolgono allo sportello, l’esperta enumera: “Il 21,5% delle domande sono sui metodi contraccettivi, il 13% sul ciclo mestruale, il 9,1% sul petting e l’8,5% sulla contraccezione di emergenza”. E c’è poi il concepimento, i dubbi sul liquido pre-seminale e sullo spotting”.

In pandemia si sono aggiunti allo sportello due nuovi servizi: ‘Lontani ma vicini’, per il sostegno durante l’emergenza sanitaria con circa 4.500 richieste al mese tra chiamate, whatsapp ed email; e ‘IdO con Voi’, sportello online più specialistico, rivolto a famiglie e docenti di bambini con disabilità o bisogni terapeutici ed educativi speciali. L’online, conclude Bianchi, rappresenta “un grande valore aggiunto” perché permette di “intercettare i ragazzi nei loro ruoli, dando continuità, trattando argomenti” che offline si sarebbe scelto di non trattare e “dando coraggio ai più timorosi”. Infine, non da ultimo, la dimensione digitale permette agli specialisti “di stare in relazione con i giovani laddove altrimenti non sarebbe  possibile”, basti pensare ai più recenti fenomeni da “troppa connessione” come il ‘Fear of missing Out (FoMO, ndr)’, il ‘vamping’ (ragazzi che rimangono spesso svegli fino all’alba), fino al più complesso ambito del ritiro sociale degli hikikomori. Per tutte le informazioni e per accedere allo sportello, è possibile consultare il portale diregiovani.it.